Ministri Straordinari dell’Eucaristia e Lettori

L’assemblea liturgica e i suoi ministeri
Come in un corpo ci sono molte membra congiunte e interagenti, ognuna con una sua funzione specifica, così la celebrazione è azione comune di tutta l’assemblea, anche se nello svolgimento complessivo del rito ci sono persone che svolgono competenze particolari, chiamate «ministeri».

La ragion d’essere di tutti i diversi ministeri è il servizio: servizio all’assemblea, perché la sua partecipazione sia più viva, più profonda e più consapevole; servizio alla celebrazione stessa, quale azione da svolgere secondo i principi e le norme che regolano la liturgia. Non s’interviene per mettersi in mostra, ma per far risaltare il senso dell’azione rituale quale azione «ecclesiale», ovvero azione comune di tutti i presenti alla celebrazione, incentrata sul mistero di Cristo crocifisso e Risorto.

I ministeri sono servizi qualificati, suscitati dallo Spirito Santo per il bene della comunità cristiana, e conferiti dal vescovo con un apposito mandato. L’importanza del ruolo del vescovo evidenzia che il ministero non è un privilegio personale ma dono dello Spirito per servire il vangelo all’interno della chiesa.

La ricchezza dei ministeri-servizi
Nel dinamismo dei ministeri-carismi e alla luce del loro discernimento, possiamo evidenziare una triplice distinzione.

a) I ministeri ordinati: si fondano sul sacramento dell’ordine, quali l’episcopato, il presbiterato e il diaconato.

  • L’episcopato e il presbiterato sono ministeri che configurano in maniera speciale a Cristo, sommo ed eterno sacerdote. Essi operano nel nome e con l’autorità di Gesù nella predicazione, nella celebrazione dei sacramenti, totalmente a servizio delle comunità cristiane, in particolare il vescovo che è, nella propria comunità, il centro unificatore, il segno visibile di Gesù, capo della chiesa. Il loro servizio, in ambito celebrativo, si esprime nella presidenza e nella guida della preghiera, coinvolgendo tutta l’assemblea in un’azione liturgica comune.
  • Il diaconato, a sua volta, è un ministero di servizio. Egli è il segno sacramentale, la testimonianza visibile, la manifestazione della vocazione diaconale alla quale tutta la chiesa è chiamata. A tale riguardo, all’inizio della celebrazione, il servizio dell’accoglienza può essere svolto dal diacono stesso, con particolare attenzione verso gli ultimi, i poveri, gli emarginati. Durante la celebrazione poi le possibilità di «servire» sono molte, in particolare nei confronti della Parola. Infatti, non solo gli spetta la proclamazione del vangelo, ma la possibilità, secondo l’opportunità, di tenere qualche volta l’omelia.

b) I ministeri istituiti: godono di una certa stabilità in ragione del loro rapporto più diretto con i bisogni e le attività istituzionali della chiesa. Vengono conferiti attraverso un atto liturgico. In questo ambito si collocano l’accolitato, il lettorato e il ministero straordinario della comunione.

  • L’accolitato è istituito per il servizio all’altare che cura con attenzione e sensibilità -, per aiutare il sacerdote e il diacono nello svolgimento rituale della celebrazione (preparando la mensa, porgendo i doni dei fedeli, deponendo sull’altare il pane e il vino, aiutando nel riporre e purificare i vasi sacri), e per distribuire l’eucaristia ai fedeli.
  • Il lettore è istituito per proclamare la parola di Dio non al modo di un registratore tanto perfetto quanto freddo -, ma per renderla viva, relazionale, salvifica. Occorre tecnica, preparazione e fede. Poiché il lettorato istituito, oltre ad essere molto impegnativo sotto il profilo della preparazione, del discernimento e dell’esercizio, è anche restrittivo dal momento che ne sono escluse le donne, concretamente nelle parrocchie prevalgono i lettori «di fatto», semplicemente riconosciuti, donne incluse. In ogni caso, sia il lettore istituito che il lettore di fatto, in forza del legame che unisce la celebrazione ad altre espressioni con cui si vive e testimonia la fede, è tenuto anche ad aprirsi alle varie forme dell’annuncio della Parola.
  • Il ministro straordinario della comunione è istituito per distribuire la comunione in chiesa e ai fratelli che sono impossibilitati a parteciparvi di persona. D’altra parte non deve essere inteso come un «distributore di ostie». Per questo va inserito nel contesto più ampio che prevede la preparazione della celebrazione e la cura pastorale degli infermi.

c) I ministeri di fatto: sono servizi piuttosto occasionali, spontanei e passeggeri, che si caratterizzano per una minore stabilità. In ogni caso si tratta di un riconoscimento ufficiale che conferisce autorità alla persona o a un gruppo per assolvere un ministero. Ne elenchiamo alcuni:

  • il servizio del commentatore: aiuta i fedeli ad entrare pienamente nella celebrazione con opportune monizioni e indicazioni che focalizzano i vari momenti rituali;
  • il servizio del salmista: può recitare il salmo secondo il suo ritmo poetico, come fanno i migliori dicitori di poesie oppure su un tono di cantillazione di alcune note. E’ di grandissima utilità per ridare dignità e incisività non solo al salmo, ma a tutta la liturgia della Parola, che diventa così non tanto un momento dottrinale, ma un momento celebrativo di alta intensità spirituale;
  • il servizio della carità: raccolta delle offerte, presentazione dei doni;
  • il servizio dell’accoglienza: non è un semplice gesto d’attenzione umana, ma un’attuazione del comando biblico dell’ospitalità, perché Dio entra in comunione con l’uomo anche attraverso le mediazioni umane più semplici;
  • il servizio del coro e dell’organista: musica e canto non sono accessori estetici alla celebrazione, ma integranti e insostituibili. La preghiera, il canto e la musica devono fondersi in una lode comunitaria di Dio, all’insegna di un unico atto liturgico fondamentale;
  • il servizio dei cantori: intona i canti dell’assemblea ed eventualmente canta da solista alcuni versetti. Egli non dirige l’assemblea come se questa fosse una corale, ma s’impegna per primo a cantare, con una voce gradevole e giusta, sollecitando così l’assemblea a unirsi al canto;
  • il servizio del ministrante – non solo fanciulli, ma anche ragazzi/e, adolescenti e giovani -: compiti ausiliari (portare la croce, i candelieri, porgere e sostenere il messale al presidente, suonare il campanello, ecc.), per far procedere la celebrazione con ordine, dignità e bellezza;
  • il servizio del sacrista: responsabile del decoro, dell’ordine, della pulizia, della bellezza della chiesa;
  • il servizio del cerimoniere: nelle grandi assemblee, favorisce il buon andamento delle celebrazioni, con attenzione discreta, attenta ed efficace ai gesti, movimenti e spostamenti previsti dai vari riti.

Come svolgere un ministero
Per fare un buon servizio all’assemblea non basta la buona volontà e la disponibilità personale. Occorre anche acquisire una necessaria competenza che implica due livelli:

*l’aspetto tecnico: essere in grado di svolgere bene ciò che richiede il proprio servizio: saper leggere bene un testo ad alta voce, saper suonare bene l’organo o la chitarra, saper commentare… Senza essere dei professionisti nel settore, si possono però imparare le regole e le tecniche basilari per sviluppare il proprio carisma in vista di un bene effettivo della comunità;

*l’aspetto liturgico: occorre anche conoscere il senso delle varie celebrazioni, delle loro parti e dei singoli momenti, così come bisogna conoscere la normativa che regola le azioni liturgiche e i criteri da tener presenti quando si preparano le singole celebrazioni.

Ciascuno deve essere consapevole dei compiti che gli competono secondo la natura del rito e le norme liturgiche, senza indebite ingerenze. Nessun ministro si può perciò sostituire agli altri, né tanto meno primeggiare sull’assemblea. Ciascuno dovrebbe accordare la sua azione con quella degli altri e non agire in forma individualistica e secondo i propri gusti.

Dall’insieme dei ministeri deve emergere non una somma di individui, ma un gruppo che interagisce a servizio dell’assemblea. Da sottolineare che ogni servizio non è solo un fatto rituale che inizia e si conclude nella celebrazione, ma si estende al «prima» e al «dopo» della celebrazione. Per esempio: chi porta la comunione ai malati è anche impegnato nella cura pastorale degli infermi; chi proclama le letture è anche catechista; chi accoglie i fratelli o accoglie le offerte è anche impegnato nella carità…

Tutta la Chiesa è ministeriale: seguendo il suo Signore, venuto non per essere servito ma per servire, è posta in atteggiamento di servizio. Ministeri e carismi, nella complementarità del sacerdozio battesimale, non sono per la competitività né per la frammentazione della comunità, ma per la sua edificazione.

(cfr. https://liturgia.diocesifrosinone.it/formazione/liturgia-in-generale/114-partecipazione-alla-liturgia-ministeri-ordinati-istituiti-e-di-fatto.html)

Per approfondire leggere il documento della CEI, Evangelizzazione e ministeri (1977):

I Ministri Straordinari della Comunione

Nella Chiesa latina, il ministro straordinario della comunione è un battezzato laico, uomo o donna, cui è affidato in maniera straordinaria (cioè solo quando si presenti una reale necessità, dovuta alla carenza di presbiteri o altri ministri ordinati) il servizio liturgico della distribuzione della comunione eucaristica:
durante la messa, in caso di assemblee particolarmente numerose oppure di impossibilità del presbitero che presiede, per malattia o difficoltà di deambulazione;
fuori dalla messa, agli ammalati, in casa o in ospedale, che siano impossibilitati a recarsi in chiesa.

Il mandato ai ministri straordinari è conferito dal parroco, o talvolta dal cappellano ospedaliero, con l’autorizzazione del vescovo diocesano, per un periodo di tempo determinato (di solito tre anni), rinnovabile anche più volte.

Questo ministro, inoltre, sempre in assenza di altri ministri ordinati oppure di accoliti, può esporre il Santissimo Sacramento alla pubblica adorazione secondo le norme della chiesa locale, senza però impartire la benedizione eucaristica. Il mandato di distribuire la comunione affidato ad un laico rimane un ministero straordinario, poiché gli unici ministri ordinari della distribuzione della comunione sono il vescovo, i presbiteri e i diaconi (mentre i ministri della presidenza della liturgia eucaristica sono soltanto il vescovo e i presbiteri). Per questa ragione, è solo in assenza o in caso di impossibilità fisica dei ministri ordinati che il ministro straordinario assume la propria funzione.

I Lettori

Poiché la Parola di Dio è così urgente e necessaria per vivere non insisteremo mai abbastanza sulla cura che le spetta quando la proclamiamo nella liturgia. Non dovremo lasciar cadere neppure una briciola di questa Parola come badiamo che ciò non accada con il Pane eucaristico

Incontri:

4 febbraio
11 febbraio
3 marzo
17 marzo